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Aung San Suu Kyi, un personaggio controverso

Aung San Suu Kyi, un personaggio controverso

Aung San Suu Kyi, un personaggio controverso

Il Premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi è stata arrestata dall’esercito birmano, che ha preso il potere con un golpe “legale”, dichiarando lo stato di emergenza per un anno in attesa di libere elezioni, citando arbitrariamente due articoli della Costituzione, accusandola di brogli elettorali e adducendo a motivo anche l’attuale situazione di pandemia. Punto di riferimento per molti anni del mondo occidentale, la Premio Nobel, che fu già incarcerata dal 1995 al 2011, si è rivelata essere in realtà un personaggio controverso. Pur avendo vinto a mani basse le recenti elezioni, con il 68 per cento dei voti, per la sua Lega Nazionale per la Democrazia, battendo il partito rivale dell’Unione per la Solidarietà e lo Sviluppo, negli ultimi anni è stata aspramente criticata dalla Comunità Internazionale, per non aver mosso un dito per impedire il genocidio della minoranza mussulmana dei Rohingya, arrivando addirittura alla sua negazione davanti al Tribunale Internazionale dell’Aja per i crimini contro l’umanità, impedendo tra l’altro loro di partecipare alla vita politica del Paese e infine anche a queste ultime elezioni. Il Paese, chiamato anche Myanmar si è reso indipendente dalla Gran Bretagna nel ’47,  quando il padre dell’attuale premio nobel fu ucciso, con altri 7 membri del suo neonato governo di pacificazione.
Da allora è sempre stata una sanguinaria dittatura, caratterizzata da vari conflitti etnici, e con una concentrazione di gran parte dei poteri nelle mani dell’esercito. Viene da chiedersi: Aung San Suu Kyi, che ha chiesto al popolo di ribellarsi al golpe, tornerà adesso ad essere un punto di riferimento, o verrà abbandonata al suo destino dalle democrazie occidentali? Propenderei per la prima ipotesi, viste le condanne generalizzate, a partire da quella del segretario generale dell’ONU Guterres. Chi vivrà vedrà.

Vincenzo Dolce

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