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Emozioni dell’anima

Emozioni dell’anima

Emozioni dell’anima

Come non rendersi conto di quante belle emozioni e momenti perdiamo dietro il rincorrere la vita imposta dal sistema, lavorare e pagare, lavorare e pagare, dolore al petto ma non mi posso fermare, devo tornare a lavorare per pagare.
Il sistema sta desertificando la nostra anima, all’ordine del giorno solo momenti equivalenti e ripetitivi che ci travolgono, come un fiume in piena, senza permetterci di reagire.
Replicando ciò che abbiamo già compiuto più e più volte, come degli automi, senza nemmeno accorgerci o essere consapevoli di quello che facciamo, non capendo che a tutto c’è una causalità, cioè un rapporto di causa ed effetto tra due cose, perchè infittendo il continuo, schematico e sistematico rapporto con il sistema, che ormai domina e ingloba tutta la società civile, non ci siamo accorti, presi dalla vita quotidiana, che piano piano, abbiamo abbandonato e rinunciato a ciò che ci rende UMANI, a ciò che rende la vita degna d’essere vissuta. Abbiamo svilito anche il rapporto con il prossimo, allontanandoci da ciò che la natura umana meglio riesce ad esprimere, l’amore.
Troppe vite finiscono, in modo naturale o innaturale, senza aver realmente tratto e assorbito dalla fonte della vita, sia esterna che interna, nient’altro che momenti passivi, inutili e nocivi a noi stessi e al mondo che ci circonda, lamentando uno stato perenne vegetativo o di lamentela non costruttiva fine a se stessa, provocando irritazione a chi invece della propria vita ne fa un irrequieto e inarrestabile totem di momenti vivi e indimenticabili, anche nelle piccole cose, come una passeggiata in spiaggia o la vista di un tramonto, perché soltanto chi conosce l’importanza del dono della vita potrà assaporare il frutto dell’immortalità, non intesa come vita eterna del proprio corpo, ma come pienezza e consapevolezza del proprio spirito, perché muore ciò che non viene nutrito, ma se coltivi la tua anima con ciò che ti fa sentire vivo essa vivrà per sempre. Con questo non voglio dire che bisogna a tutti i costi fare qualcosa di eccezionale per sentirsi vivi, basta soltanto far aumentare e allenare il nostro stato di coscienza e consapevolezza, tramite la cultura, la conoscenza, la spiritualità, solo così si possono non soltanto equivalere e allineare quei valori che distinguono noi, diciamo così il popolo, da chi ci comanda, ma addirittura possiamo permetterci di essere noi stessi fruitori del nostro destino e non soltanto passivi spettatori.
Anche Gesù nel Vangelo secondo Tommaso, esprime questo parere, la fonte della vita è la conoscenza, di se stessi e di quello che ci circonda, bisogna imparare la cultura delle emozioni, del non aver paura di esporsi al mondo per quello che si è, per i propri pensieri, parole o azioni che siano, quante persone hanno paura addirittura di scambiarsi uno sguardo, un sorriso o un abbraccio, paura del non essere ricambiati, del non essere accettati, ma la paura affonda e spegne i nostri sogni e le nostre emozioni, troppo spesso c’è una distanza abissale tra quello che vorremmo fare e dire e quello che poi in realtà facciamo e diciamo, tutto ciò porta ad una estraneità da noi stessi, per questo molti hanno come un vuoto dentro perché soffocano l’anima, la costringono in un angolino, la imbavagliano, ma lei è viva e tenta di districarsi da questi preconcetti e muri invalicabili che ci costruiamo.
Ricordiamoci che la nostra anima si nutre di emozioni e senza di esse si spegne e alla fine muore.
Allora respiriamo, mangiamo, beviamo, parliamo, camminiamo, viaggiamo, facciamo l’amore, leggiamo, sognamo, con consapevolezza, assaporando il presente, vivendo l’adesso.

Ovviamente ciò non significa fregarsene del futuro, esso ha un’importanza vitale, ma se non vivi bene il presente non potrai mai donare al futuro un qualcosa di bello e positivo. Ognuno di noi ha un potere unico, quello di incidere sulla realtà, bisogna cercare d’avere una visione non soltanto ristretta alla propria proprietà privata, non solo personale e locale, ma anche globale, capendo che casa nostra non è solo la città in cui viviamo, ma è tutto il pianeta, abbattendo quelle che sono le barriere geografiche, economiche, religiose, sociali, politiche, sessuali, perché dobbiamo essere consapevoli che le azioni che quotidianamente facciamo si ripercuotono non solo sulla nostra casa, nella nostra vita o nella nostra città o regione, ma si espandono in tutto il mondo ripercuotendosi anche sulla vita degli altri, sia che siano azioni positive o negative, siamo noi che rendiamo il mondo bello o brutto, grazie al cielo ognuno può usufruire del libero arbitrio (sempre limitato a ciò che ci permette di fare il sistema), ovvero la possibilità di prendere liberamente delle decisioni.
Spesso non ce ne rendiamo conto ma siamo i carcerieri di noi stessi, noi siamo la gabbia ma anche la chiave, dobbiamo solo scegliere cosa essere.
E’ frustrante (almeno per me, ma cambia a seconda dell’osservatore) vedere questa enorme quantità di esseri umani con delle grandissime potenzialità cosi impegnati per sopravvivere e non per vivere veramente la propria vita nella più totale pienezza.
E’ arrivato il momento di dire basta, di svegliarsi dal sonno profondo, dall’ipnosi creata dal sistema, è arrivata l’ora di spezzare le catene invisibili e di prendere in mano la vostra vita, di realizzare i vostri sogni senza paura. La nostra anima ha bisogno di emozioni, di speranze, di visioni di mondi nuovi, direbbe Fabrizio De Andrè:

“Non più ottico ma spacciatore di lenti
Per improvvisare occhi contenti
Perché le pupille abituate a copiare
Inventino i mondi sui quali guardare
Seguite con me questi occhi sognare
Fuggire dall’orbita e non voler ritornare”.

Simone Cecchini

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